Sabato 24 febbraio 2024

alle ore 18:00 presso Il Fondaco verrà inaugurata

L’elefante nella stanza

di

Carlo Galfione

a cura di Marco Enrico Giacomelli

Artista torinese dalla straordinaria qualità pittorica, Galfione è docente di Decorazione all’Accademia di Belle Arti di Lecce. La sua è una pittura sapiente che si dispiega con una profonda conoscenza dei materiali; la caratteristica del suo lavoro è il supporto: non usa la tela bianca, macarte da parati o tessuti, a volte antichi, ritrovati nei luoghi più disparati.

Spesso è la natura, tematica centrale, attorno alla quale ruota la produzione dell’artista. La mostra a Il Fondaco è infatti l’occasione per rendere omaggio a una pittura di paesaggio che irrompe poeticamente nei grandi pannelli, al piano superiore della galleria, e nelle magiche composizioni floreali del piano terra.

Il percorso espositivosi divide in due momenti progettuali principali: al piano terra, 18 tavole costituiscono un lavoro di ricerca focalizzato sulle specie botaniche in via di estinzione, ispirandosi al naturalista braidese Federico Craveri; 6 grandi pitture floreali sono invece dipinte su carta da parati, con una estrema sintesi pittorica; infine, una piccola tela in cui Galfione ritrae uno dei piccioni di Maurizio Cattelan esposti alla Biennale di Venezia nel 1997.

Al piano superiore si sviluppa il tema del paesaggio su grandi dimensioni: una composizione di otto pannelli e tre grandi tele raccontano la natura con una forte emotività e un’attenzione ai dettagli; mentre piccoli e delicati disegni di fiori e erbe, collegati da un segno pittorico tracciato sul muro, si uniscono a loro volta a un altro lavoro sul paesaggio steso sul pavimento.

“A supporto delle mie opere utilizzo tessuti e carte da parati”, racconta Carlo Galfione. “Opero su vari livelli, dipingendo figure e paesaggi fortemente evocativi e presenti nella nostra memoria visiva, quasi a voler ricreare una ‘archeologia domestica’. La disposizione iconografica, apparentemente casuale, si muove dentro una rigida struttura compositiva che mi permette di godere appieno delle singole figure, così come delle cancellazioni della texture floreale che ospita l’intervento. Paesaggi familiari e insoliti, rubati dai social network, diventano altro attraverso il filtro della pittura. È una proiezione mentale con continui rimandi e scarti di significato tra sfera privata e immagine pubblica: una riflessione sui codici visivi che da sempre ci accompagnano, assuefatti al punto da non accorgerci della loro presenza, del loro significato che da estetico diventa sociale e politico”.

Carlo Galfione (Pinerolo, 1969; vive a Torino) è pittore e art designer, nonché docente di Decorazione all’Accademia di Belle Arti di Lecce. Ha esposto le sue opere in numerose mostre personali e collettive; tra le ultime si segnalano: La vie des autres, Galerie Nardone, Bruxelles 2022; Le vite degli altri, Riccardo Costantini Contemporary, Torino 2021; Cadavre Exquis, Chiesetta della Misericordia, Venezia 2021.