Sabato 12 febbraio 2022

alle ore 18:00 presso Il Fondaco verrà inaugurata

Mutamenti

di

Astrid Fremin

Giorgio Racca

Lucio Maria Morra

L’esposizione coniuga le opere di 3 artisti, Astrid Fremin, Giorgio Racca e Lucio Maria Morra, attorno ad un unico tema condiviso: I KING (I CHING), ‘Il libro dei mutamenti’ – ritenuto il primo dei testi classici cinesi sin da prima della nascita dell’impero cinese, un insieme di testi sapienziali e divinatori. Rappresenta il fondamento del pensiero cinese, radice comune dei due rami della filosofia cinese.
E’ un sistema che precorre la numerazione binaria comunemente utilizzata oggi dal computer, nonché i principi del calcolo combinatorio, e, come concetto, ha costituito un contributo chiave per definire nella psicologia moderna Junghiana il principio di “sincronicità”.
L’I Ching è davvero il punto di congiunzione tra saggezza e poesia, dove tutto ruota intorno all’uomo e alla natura.
L’impostazione della mostra non sarà quella di una collettiva né di una tripersonale, bensì di una esposizione organica e unitaria incentrata sul tema, in cui le opere dei 3 artisti si fondono in un allestimento senza soluzione di continuità.

Astrid Fremin


Astrid Fremin è una scultrice sempre pronta ad esplorare, individuare i luoghi del suo territorio ai piedi della Bisalta (misterioso luogo) capaci di stimolare la sua creatività. Per lei una pietra, una roccia, espressione di libertà naturale, diventano scultura bellezza e armonia quando sono lavorate dalle sue mani. Così da rocce informi, da sassi del fiume Stura prendono vita opere d’arte uniche in una perfetta e armoniosa relazione con la natura, a volte traendo dalla roccia o da una pietra ciò che già in esse dormiva. Porta in luce le forme antropomorfiche che già ci sono in esse e, in questo modo, continua l’opera della natura. Le sue sculture possiedono un’anima che generano benessere fisico (perchè si possono toccare) spirituale e di mistero, legato ad un particolare aspetto della filosofia Taoista. Infatti Astrid presenta 6 recenti sculture in pietra e raku di marcata ispirazione taoista, associate ognuna, per energia rappresentativa, ad un esagramma del Libro dei Mutamenti.


Lucio Maria Morra


Queste tele di Lucio Maria Morra silenziose sono pervase da una tensione dominante che si esprime nel ritmo, nella ripetizione, nel vibrare sottile, spontaneo. Le sue tele sono fatte di una grande quantità di toni, di pittura fluida, in cui Lucio, forse deve continuamente muoversi sulla tela in modo che il colore fluisca in ogni sua parte come se l’artista stesse danzando.. La sua pittura è espressione non convenzionale, non tecnica, è libera, evocativa, tra
forma e non forma, che non vuole essere informale. Una gamma cromatica e di tono musicale insieme come lo definisce Dario Cappello. Lucio legato da ormai 40 anni al tema del pensiero orientale non poteva non giungere ad
affrontare quel meraviglioso testo divinatorio cinese che è lo I Ching (o Yi Jing) e proporci una sua personalissima lettura e interpretazione dei 64 segni che lo costituiscono, gli esagrammi. Lo ha fatto, però, a suo modo: mediante un lavoro di ricerca ed elaborazione che, nel tempo, si è trasformato in una profonda meditazione sui segni del Libro dei Mutamenti I Ching; in maniera individuale, ma creativamente artistica, colta e piacevole.


Giorgio Racca


E’un fotografo musicista e poeta, anzi il contrario: a dieci è diventato musicista, a sedici poeta. A venti ha iniziato a fotografare. Qualche anno dopo ha smesso di fotografare, scrivere e fare musica. Per la sua arte aveva scelto il silenzio. Alla soglia dei sessanta ha deciso di smettere di nascondersi. La fotografia è ciò che oggi gli basta. Inquadrare, scattare, postare. Poco conta cosa e dove, che siano scatti di nudi o di paesaggi come questi che vedete qui esposti. La fotografia di Giorgio è l’arte di creare delle belle immagini, e la capacità di cogliere attimi significativi nella vita del mondo, di mostrare l’essenza di un soggetto, di un particolare momento. E non ci sono regole precise che stabiliscono cos’è condivisibile. L’unico criterio è il (buono o cattivo) gusto e il piacere di chi fotografa.